
La notizia della morte di Papa Francesco ha profondamente toccato uomini e donne in ogni angolo del mondo. Il desiderio di rendere omaggio a una figura tanto amata ha mosso passi e risvegliato coscienze: molti si sono messi in viaggio per porgergli un ultimo saluto, mentre altri hanno vissuto da lontano questo momento storico, uniti da un profondo sentimento di gratitudine.
Gratitudine per la sua instancabile opera, per il suo coraggioso impegno e per il tenace esempio di una vita spesa a favore della costruzione di un mondo più giusto, dove la pace e l’unità non fossero solo sogni irraggiungibili, ma mete possibili, da perseguire con costanza e fede.
Uno degli ultimi interventi pubblici del Pontefice, in occasione del G7, è stato emblematico della sua visione lucida e profetica. In quell’incontro con i grandi della Terra, Papa Francesco ha lanciato un appello accorato affinché l’intelligenza artificiale, sempre più presente nelle nostre vite, sia messa al servizio dell’uomo e non viceversa. Ha richiamato con forza la necessità di un’etica condivisa, capace di guidare lo sviluppo tecnologico nel rispetto della dignità umana, della giustizia e della solidarietà. Il suo discorso ha lasciato un segno indelebile, ponendo interrogativi urgenti sul nostro futuro collettivo.
Oggi, il testimone è passato a noi. Tocca ai nostri gesti, alle nostre parole e alle nostre scelte quotidiane custodire e portare avanti il messaggio che Papa Francesco ha incarnato. Accoglienza, dialogo, pace, rispetto per la Terra: sono questi i valori fondamentali che dobbiamo continuare a coltivare, consapevoli che il futuro del mondo dipende anche da come li rendiamo vivi nelle nostre vite.
Grazie Francesco per averci insegnato ad amare e rispettare il prossimo e la Terra su cui viviamo.