PERCHE’ SANREMO E’ SANREMO?

PERCHE’ SANREMO E’ SANREMO?

Siamo arrivati, come accade da ben settantun anni, all’evento più importante, più amato e più discusso della musica in Italia. Non parlo solo della musica italiana, ma di tutta la musica in quanto, sul palcoscenico del teatro Ariston,si sono esibiti un numero impressionante di artisti di primissimo livello mondiale interpreti di svariati generi musicali.

E’ una caratteristica storica  italiana dividersi in due fazioni opposte. Lo si è visto in molti settori come lo sport, la politica e la cronaca; la musica non poteva essere da meno.

Questo lo vedo come un limite perchè, prendere posizione in modo così netto, significa mancare di obiettività e di senso critico, indipendentemente dalla posizione che si assume

SANREMO CREA DIBATTITO

“Io Sanremo non lo guardo mai e mai lo guarderò”

Di fronte ad una chiusura di questo genere ci sono poche argomentazioni, ma mi chiedo a questo punto come si possa dare un giudizio su una cosa che non si conosce.

“Sanremo offre una selezione di cantanti che sono sempre gli stessi! Io non posso più  sentire ancora cantanti come Orietta Berti Albano e similari!”

A prescindere che ai due cantanti citati dobbiamo quantomeno riconoscere un enorme consenso, anche se magari non rappresentano i nostri gusti musicali, dobbiamo dire che in oltre 70 anni di festival, la musica è stata rappresentata in tutte le sue forme.

In particolare per noi amanti del rock posso citare artisti del calibro di Bruce Springsteen ,Peter Gabriel, David Bowie, Queen, Sting, Depeche Mode, Paul Mc Kartney, Blur, U2, Oasis, Placebo.

Per il Pop abbiamo Madonna, Take That, Backstreet Boys, Spice Girls, Whitney Houston e molti altri.

Personalmente, solo per assistere alla performance di uno degli artisti citati, sarei disposto a sorbirmi tre ore consecutive di canzoni per il ballo liscio…..

“ Con tutti i problemi che abbiamo e la povertà dilagante è immorale spendere tutti questi soldi per pagare presentatori e artisti”

Questa frase si ripropone ogni anno e la retorica si spreca. E’ una banale legge di mercato: Sanremo confeziona  un “prodotto” che è richiesto da milioni di persone e pertanto attira pubblicità e sponsor. Quindi chi è in grado di fare uno spettacolo del genere va necessariamente pagato adeguatamente. La povertà purtroppo c’è sempre stata e sempre ci sarà; è la più grossa ingiustizia dell’umanità ed il festival non la può mitigare. Evitiamo di sconfinare in argomentazioni politiche e social e ascoltiamo la musica per quello che è. Godiamoci la performance dell’orchestra e della sezione coro che in questi anni è sempre stata più che all’altezza.

Credo che chi ama la musica debba guardare il festival se non altro per ampliare i propri orizzonti musicali e lo dice uno che ascolta Rock da 50 anni…

La condizione è approcciarsi con senso critico e nel contempo spogliarsi di tutti i preconcetti  che lo porterebbero a bocciare a priori i pezzi che non rientrano nei propri canoni. 

A noi rockettari i costumi stravaganti stile Achille Lauro non  impressionano…..ne abbiamo visti da anni di ogni sorta….nel caso, giudichiamo il cantante per la sua musica.

In attesa di conoscere il vostro parere, mi chiedo: “Come mai parliamo di Sanremo in un blog di Rock?”

PERCHE’ SANREMO E’ SANREMO ! 

PARLIAMONE!!!

8 Comments
  • M Cristina
    Rispondi
    - Marzo 6, 2021

    Condivido al 110%… Sarò un po’ retrò ma me ne vanto!

  • Francesca
    Rispondi
    - Marzo 6, 2021

    Condivido! Seguo Sanremo da quando sono piccolissima e per me vuol dire tradizione, famiglia e ricordi d’infanzia. Amo la musica e l’ho studiata per diversi anni… molti cantanti sono da “sopportare” ma, per poter assistere a performance come quella dei Maneskin e Manuel Agnelli, sicuramente ne vale la pena!

  • Massimo Monaco
    Rispondi
    - Marzo 6, 2021

    Io non guardo Sanremo da anni, non perché sia di palato troppo fine, ma perché non rappresenta secondo me la realtà musicale italiana. Oggi come in passato ci sono artisti dei quali non senti parlare per tutto l’anno, e nella settimana di Sanremo vengono scongelati e diventano BIG. Da Zarrillo ad Achille Lauro…
    Ascolto le radio tutti i giorni, e quando dal palco dell’Ariston esce un talento nuovo potete star certi che tutte le emittenti lo propongono, nel corso di tutto l’anno.
    Pertanto negli ultimi anni ho potuto conoscere artisti che, al di là del genere o del repertorio che preferisco, meritano di essere ascoltati: Raphael Gualazzi, Mahmood, Diodato sono i primi che mi vengono in mente. Li ho conosciuti tramite le radio, senza dovermi sciroppare uno spettacolo che trovo sempre più noioso.
    E poiché Sanremo non è una rassegna canora ma un evento televisivo, lo seguivo (malgrado le canzoni) quando il cast prometteva spettacolo. I festival dell’Era Baudo erano sempre stimolanti, anche nelle polemiche. Ricordo inoltre Mike Bongiorno con Chiambretti, Fabio Fazio, Simona Ventura. Tutte conduzioni scintillanti.
    Ma il cast delle ultime due edizioni…
    Amadeus per me è la negazione del conduttore televisivo.
    E Fiorello? Il più grande talento sprecato della televisione italiana.
    Sa cantare, ballare, imitare, far ridere, potrebbe essere un fenomeno, ma volendo far tutto insieme riesce ad essere solo ingombrante.
    L’anno scorso ho guardato qualche scorcio del festival, e mi è capitata la serata in cui per gli appassionati del genere si é svolto un evento epocale:
    la reunion dei Ricchi e Poveri con la bionda Marina Occhiena. Per i loro fan sarà stata un’emozione pari alla nostra quando nel 2005 Roger Waters si é unito ai Pink Floyd sul palco del Live Eight.
    Ebbene, Fiorello è riuscito ad intrufolarsi anche in quell’occasione (con i Ricchi e Poveri, non con i Pink Floyd) facendo veramente la figura dell’egocentrico.
    Insomma, non ha ancora deciso cosa vuol fare da grande, a differenza di suo fratello che ha un decimo del suo talento ma ha trovato una sua strada e l’ha percorsa con successo.
    Avrete notato che ho scritto un pippone sullo spettacolo televisivo e non ho quasi parlato di canzoni…
    Béh, si tratta di Sanremo. Che c’entrano le canzoni?

  • Tiziano Allone
    Rispondi
    - Marzo 6, 2021

    Hai ragione Giulio. Nonostante tutto Sanremo rappresenta pur sempre nel bene e nel male la canzone italiana. Adesso per di più la rappresenta con ogni genere musicale. In quanto ai look più o meno stravaganti degli artisti in passato abbiamo visto grandi cantanti come Peter Gabriel, David Bowie ed Elton John ed il nostro Renato Zero esibirsi con look molto particolari . Nessuno ti obbliga a vederlo però la curiosità è grande e si può scoprire anche qualcosa di nuovo.

  • Luciana
    Rispondi
    - Marzo 6, 2021

    Il festival di Sanremo nel corso degli anni è diventato sempre più uno spettacolo televisivo, un grande contenitore che tratta diversi temi di attualità , che fa ridere, commuove, stupisce … e soprattutto fa parlare di sè. Ci sono state annate più o meno interessanti, ma per me è sempre stato un piacere seguirlo. Mi piacciono le esibizioni estrose, fuori dai soliti canoni come quelle di Achille Lauro, e mi diverto a commentarle in famiglia. Ho apprezzato particolarmente la performance della cantante rapper più giovane del festival, l’innovativa Madame.

  • Claudio
    Rispondi
    - Marzo 7, 2021

    Per molti italiani il Festival di Sanremo è come la Ferrari, la Nazionale di calcio e la pizza. Criticarlo a poche ore dal suo epilogo, considerando l’onda emozionale ancora in essere, è come bestemmiare in Piazza San Pietro durante l’Angelus.
    Quindi io non critico. Non critico perchè non conosco. Nel senso che non seguo il festival da molto tempo in quanto la musica proposta, collocata nell’ambito del pop italiano, non mi ha mai entusiasmato. Non ascolto nemmeno il liscio, lo ska, il death metal, l’hip hop, la lirica e la musica dodecafonica ma nonostante ciò sono convinto di mantenere una cultura musicale solida, per una passione nata negli anni ’60 e ’70, l’epoca d’oro della musica internazionale, e coltivata nel tempo con una ricerca mai finita di nuovi musicisti, nuovi generi e nuove sonorità.
    Oggi abbiamo anche YouTube dove è possibile ampliare i propri orizzonti musicali volgendo lo sguardo in molteplici direzioni. A tal proposito, parlando di manifestazioni musicali, invito a documentarsi sul Festival di Montreaux (su YouTube digitate “live at Montreaux”). Diversi per impostazione i due festival si diversificano oggi per i dati d’ascolto.
    Nato nel 1967 come festival jazz si è trasformato negli anni in un evento che ospita generi musicali diversi, con un’alternanza di “big” a dir poco impressionante.
    “De gustibus non disputandum est” dicevano i latini che la sapevano lunga, provando a spegnere sul nascere le dispute verbali nate intorno a futili motivi. Ecco perchè mi limito ad affermare che Sanremo è un prodotto che funziona e che funzionerà ancora per molto tempo, grazie alle ingenti risorse, a conduttori all’altezza della situazione, allo scenario che lo accoglie e, in buona misura, agli ospiti che nel tempo si sono esibiti all’Ariston, molti dei quali a Montreaux sono invece protagonisti. E qui sarebbe d’obbligo porsi qualche domanda.
    Per allungare la vita alla Kermesse sanremese sarebbe a mio parere giunto il momento di un necessario e graduale cambio di strategia, con aperture più generose a stili e generi diversi in quanto le cifre, che non mentono mai, indicano da anni un lento ma inesorabile calo di ascolti.
    A margine un’ultima considerazione: l’Ariston aperto e centinaia di teatri e locali per musica “live” chiusi. Un esiguo numero di lavoratori dello spettacolo all’opera a Sanremo e più di 20.000 colleghi fermi da un anno.
    La legge è uguale per tutti. Per qualcuno è più uguale.

  • Tiziano Allone
    Rispondi
    - Marzo 7, 2021

    Caro Giulio l’evento dell’anno è terminato
    Il vincitore è un gruppo rock I Maneskin (Parola danese che significa Chiaro di luna) con la canzone Zitti e buoni.
    Rappresenta i giovani di adesso forse anche perché il televoto è stato fatto alle 2 di notte ora dove la maggior parte di noi è già da un pezzo in braccio a Morfeo. Ad essere sincero a me la canzone non piace, ma ovviamente io non faccio testo. Al secondo posto un duo amato dai giovani Francesca Michielin e Fedez con la canzone Chiamami per nome ed al terzo posto si è classificato Ermal Meta con la canzone Un milione di cose da dirti. Queste due canzoni a me sono piaciute ma come ripeto non faccio testo. Nei prossimi mesi scopriremo chi è in realtà il vero vincitore in base agli ascolti ed alle vendite.

  • Maurizio Seren rosso
    Rispondi
    - Marzo 13, 2021

    Posso tentare di dire la mia da fruitore di musica che si lecca anche un po’ di scrivere canzoni e pezzi per hobby..se si esclude il pensiero del giro commerciale che sta dietro a questa kermesse e che la rende forse non troppo trasparente resta comunque una grande manifestazione che coinvolge in modo totale per un certo numero di sere un gran numero di persone e le collega al mondo della musica che per me e molto importante. poi d’accordo magari non tutti i pezzi piaceranno a tutti, e sempre stato così. Da piccolo sognavo che vincessero i Giganti e vinceva Nicola di Bari ma la musica tocca gusti di tutti i tipi e normale. Al piu essendo toccato dal settore spero che si aprano al più presto locali e teatri per poter tornare in the Road?

Post a Reply to Claudio Cancel Reply

Comment
Nome
Email
Nome Scuola o Ruolo